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L'agroforestazione è una pratica agricola sostenibile che integra alberi e arbusti nelle colture agricole e nei sistemi di allevamento. Questa combinazione offre una serie di vantaggi ambientali, economici e sociali che derivano dalla sinergia tra agricoltura e foresta. Gli alberi possono essere distribuiti in vari modi: in filari, gruppi o persino sparsi, e possono includere una vasta gamma di specie, dai frutteti agli alberi da legname.
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I principi base dell'agroforestazione includono:
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•     Diversificazione: Incorporare diverse specie vegetali per aumentare la biodiversità e la resilienza del sistema agricolo.
•     Sostenibilità : Utilizzare pratiche che migliorano la qualità del suolo, conservano l'acqua e riducono l'uso di input chimici.
•     Integrazione: Favorire l’interazione positiva tra alberi e colture o animali, creando un ecosistema equilibrato e produttivo.
L’agroforestazione ha origini antiche. Pratiche simili esistevano già nelle civiltà precolombiane in America Latina, dove sistemi come i "milpa" combinavano colture con alberi da frutta e leguminose. I milpa erano utilizzati dagli antichi Maya e continuano a essere una pratica agricola sostenibile nella regione. Questi sistemi prevedevano la coltivazione simultanea di mais, fagioli e zucche, con l'integrazione di alberi da frutto e leguminose, creando un ecosistema agricolo diversificato e resiliente.
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In Europa, le pratiche agroforestali erano comuni nel Medioevo, con campi coltivati circondati da siepi e alberi che fornivano legna e frutti. Queste siepi erano essenziali per la protezione del suolo e la gestione del territorio. Studi storici e archeologici, come quelli di Rackham (1986) nel suo libro "The History of the Countryside", evidenziano come le tecniche di gestione del territorio utilizzate nel Medioevo includessero l'uso di siepi e alberi per proteggere il suolo dall'erosione e fornire risorse essenziali. Inoltre, manoscritti e documenti dell'epoca, come i registri dei monaci cistercensi, descrivono l'uso di siepi per delimitare e proteggere i campi. Le attuali configurazioni paesaggistiche in molte parti d'Europa, come le bocage in Francia e le hedgerows in Inghilterra, sono ereditĂ dirette delle pratiche agricole medievali. Questi paesaggi forniscono un'indicazione visiva delle tecniche di gestione del territorio utilizzate nel passato.
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In Italia, l’agroforestazione affonda le sue radici nelle antiche tradizioni rurali, specialmente in regioni come il Veneto. Storicamente, l’integrazione degli alberi nelle aziende agricole ha svolto un ruolo cruciale nella gestione del paesaggio e nella protezione del suolo. Tuttavia, con l’avvento della meccanizzazione e l’adozione di coltivazioni intensive, gli alberi, un tempo protagonisti dei nostri ambienti agricoli, hanno progressivamente lasciato il posto a pratiche più industrializzate e meno sostenibili. Negli ultimi decenni, assistiamo a un rinnovato interesse per l’agroforestazione. Questo ritorno è alimentato dalla crescente consapevolezza dei benefici ambientali e dalla necessità di trovare soluzioni agricole più sostenibili. La riscoperta di queste pratiche non rappresenta solo un ritorno al passato, ma una risposta innovativa alle sfide contemporanee dell’agricoltura. Gli agricoltori moderni stanno rivalutando l’importanza degli alberi all’interno dei sistemi agricoli, vedendo in essi non solo elementi paesaggistici, ma veri e propri strumenti di sostenibilità ambientale ed economica.
L'agroforestazione aumenta la diversità biologica, sia a livello di specie vegetali che animali. Gli alberi e arbusti forniscono habitat e risorse per numerose specie, favorendo la presenza di insetti impollinatori, uccelli e piccoli mammiferi. Questo contribuisce a creare ecosistemi più resilienti e produttivi. La biodiversità è fondamentale per la stabilità e la sostenibilità degli ecosistemi. Una maggiore varietà di specie all'interno di un ecosistema significa maggiori interazioni biologiche che possono aiutare a mantenere l'equilibrio ecologico. Ecosistemi con alta biodiversità tendono a essere più resilienti ai cambiamenti ambientali e alle perturbazioni come siccità , malattie o infestazioni. La presenza di molteplici specie con diverse funzioni ecologiche permette all'ecosistema di adattarsi e riprendersi più rapidamente da eventi avversi. La biodiversità fornisce inoltre numerosi servizi ecosistemici essenziali per la vita umana, come la purificazione dell'acqua, la formazione e la stabilizzazione del suolo, e la regolazione del clima. Non ultimo l’agroforestazione crea habitat favorevoli per gli impollinatori, aumentando la produzione e la qualità delle colture.
Gli alberi proteggono il suolo dall’erosione causata dagli eventi atmosferici. Le radici profonde penetrano nel terreno, ancorando il suolo e prevenendo l’erosione. Inoltre, migliorano l'infiltrazione dell'acqua, riducendo il rischio di ruscellamento durante le piogge intense. Le radici superficiali, invece, formano una rete che stabilizza lo strato superiore del suolo, proteggendolo dall'azione erosiva del vento e dell’acqua. Gli impianti radicali creano inoltre canali nel terreno che favoriscono l'infiltrazione e la percolazione dell'acqua piovana, riducendo il rischio di inondazioni e migliorando la disponibilità di acqua per le colture durante i periodi di siccità .
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Le chiome, a loro volta, intercettano la pioggia, rallentandone la caduta e riducendo l'impatto diretto sul suolo, prevenendo compattamento ed erosione. Le foglie cadute e gli altri residui vegetali che si decompongono invece rilasciano nutrienti essenziali come azoto, fosforo e potassio nel terreno. Questo processo arricchisce il suolo di sostanza organica, migliorandone la struttura e la capacitĂ di trattenere nutrienti e acqua. La presenza di sostanza organica favorisce anche la vita microbica e la formazione di humus, elementi fondamentali per un suolo sano e produttivo.
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In molte regioni del mondo, la desertificazione rappresenta una grave minaccia per l'agricoltura e gli ecosistemi. L'agroforestazione può giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione di questo fenomeno, creando barriere verdi che proteggono il suolo dall'erosione e migliorano la ritenzione idrica. La combinazione di alberi e colture aiuta a mantenere il suolo coperto durante tutto l'anno, riducendo l'impatto negativo dei fattori climatici estremi. Un suolo ben protetto e fertile aumenta la produttività agricola, riducendo la necessità di input chimici come fertilizzanti e pesticidi. Questo approccio integrato migliora la sostenibilità complessiva delle pratiche agricole e protegge le risorse naturali per le future generazioni.
Gli alberi sequestrano il carbonio atmosferico attraverso la fotosintesi, contribuendo a mitigare il cambiamento climatico. Questo processo, chiamato sequestro del carbonio, è fondamentale per ridurre la concentrazione di CO2 nell'atmosfera. L'agroforestazione può quindi giocare un ruolo chiave nelle strategie di adattamento e mitigazione del clima. Durante la fotosintesi, gli alberi assorbono anidride carbonica (CO2) dall'atmosfera e la utilizzano per produrre zuccheri necessari per la loro crescita. Parte del carbonio assorbito viene immagazzinato nei tronchi, nelle radici e nelle foglie degli alberi, mentre una parte viene trasferita nel suolo attraverso la decomposizione della materia organica. Questo immagazzinamento di carbonio riduce la quantità di CO2 nell'atmosfera, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
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Il sequestro del carbonio varia a seconda della specie arborea, delle condizioni climatiche e del tipo di gestione forestale. Tuttavia, è possibile fornire alcune stime medie per comprendere l'importanza del processo. Ad esempio, un albero adulto può sequestrare in media circa 22 kg di CO2 all'anno. Considerando un periodo di 10 anni, un singolo albero può quindi assorbire circa 220 kg di CO2. Questa cifra può variare notevolmente: alcune specie di alberi a crescita rapida, come il pioppo, possono assorbire quantità maggiori di carbonio rispetto ad altre specie più lente. Secondo un rapporto del World Agroforestry Centre, un ettaro di agroforestazione può sequestrare tra 2 e 9 tonnellate di CO2 all'anno, a seconda delle specie utilizzate e della densità di piantumazione. Questo dimostra l'efficacia dei sistemi agroforestali nel contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico.
L'agroforestazione permette agli agricoltori di diversificare le proprie fonti di reddito. Oltre ai prodotti agricoli tradizionali, gli alberi possono fornire frutti, legname, resine e altri prodotti forestali non legnosi. Questa diversificazione può, se sfruttata con attenzione e intelligenza, ridurre il rischio economico. Un altro aspetto cruciale dell’agroforestazione è l’integrazione delle colture con gli alberi. In molti casi, gli alberi non sottraggono terreno coltivabile o utilizzato per il pascolo ma, al contrario, possono migliorare la produttività complessiva dell’azienda agricola. Nei sistemi silvoarabili, gli alberi possono essere piantati in filari tra le colture agricole, creando sistemi di colture intercalari. Questo metodo consente agli agricoltori di coltivare piante erbacee annuali o perenni tra le file di alberi, massimizzando l’uso del terreno. Nelle piantagioni di noci, ad esempio, gli agricoltori possono coltivare ortaggi, legumi o foraggio tra gli alberi giovani, sfruttando lo spazio e aumentando la produzione agricola complessiva.
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Nei sistemi silvopastorali, gli alberi sono invece integrati con il pascolo degli animali, fornendo ombra e protezione, migliorando il benessere del bestiame e la produttivitĂ del pascolo. Questo approccio riduce la competizione per il suolo tra alberi e pascolo, promuovendo una gestione sostenibile delle risorse.
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Oltre ai benefici diretti per le colture e il pascolo, gli alberi in sistemi agroforestali possono fornire una varietĂ di prodotti che aumentano le fonti di reddito per gli agricoltori:
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•     Frutti: Alberi da frutto come meli, peri, ciliegi e noccioli possono essere integrati nei campi agricoli, fornendo una fonte di reddito addizionale attraverso la vendita dei frutti.
•     Legname: Alberi da legname, come il noce, il castagno e il pioppo, possono essere coltivati per la produzione di legno di qualità , utilizzato in edilizia, mobili e artigianato.
•     Resine e Gomma: Alcune specie arboree producono resine e gomma che possono essere raccolte e vendute per l'uso in varie industrie, come quella della gomma naturale e delle resine per vernici.
•     Prodotti Non Legnosi: Gli alberi possono fornire prodotti come foglie, fiori, semi e cortecce utilizzati nella medicina
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Gli alberi possono infine migliorare la fertilità del suolo e ridurre la necessità di fertilizzanti chimici e pesticidi. Le specie arboree hanno la capacità di fissare l’azoto, arricchendo il terreno di nutrienti. Questo approccio dunque può aumentare la resilienza economica delle aziende agricole, migliorando la loro capacità di affrontare le sfide e di sostenere la produzione a lungo termine.
L’integrazione di alberi e arbusti nei paesaggi agricoli migliora l’estetica del territorio, creando paesaggi più vari e gradevoli. Questa varietà paesaggistica non solo rende le aree rurali più piacevoli da vedere, ma può anche migliorare la qualità della vita delle comunità locali. Spazi verdi più variegati offrono opportunità per il tempo libero, la ricreazione e il benessere psicologico. La presenza di alberi e arbusti fornisce ombra e aree fresche dove le persone possono riposarsi e godere della natura. Non solo, gli alberi secolari e le siepi storiche sono testimonianze viventi della storia agricola e del paesaggio culturale di una regione. Mantenere e proteggere questi elementi contribuisce a preservare l’identità e la memoria storica delle comunità rurali. La conservazione delle specie vegetali autoctone e delle pratiche agricole tradizionali rafforza il legame tra le persone e il loro territorio.
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Le aziende agricole che adottano pratiche agroforestali possono inoltre trasformare i loro terreni in attrazioni turistiche e didattiche, attirando visitatori interessati a scoprire la bellezza e la biodiversità dei paesaggi rurali. Agriturismi, percorsi naturalistici, visite guidate e attività educative possono beneficiare della presenza di ambienti agroforestali ricchi di specie vegetali e animali. Il turismo rurale è in costante crescita, con gli arrivi nelle strutture agrituristiche italiane che, nell’ultimo biennio, hanno superato i quattro milioni, registrando un aumento dell’8,5% rispetto al 2019, l’anno pre-pandemia. Questo forte recupero è emerso dall’analisi Coldiretti/Terranostra basata sul Rapporto ISTAT sulle Aziende Agrituristiche in Italia. Nel 2022, le aziende agrituristiche attive in Italia sono salite a 25.849, quasi il doppio rispetto al 2014 (+84%), mentre la produzione agrituristica ha raggiunto un valore di 1,5 miliardi di euro, con 15,5 milioni di presenze, di cui il 58% sono agrituristi stranieri. Questa costante crescita, abbinata alle opportunità didattiche come i laboratori sull’agricoltura sostenibile e le visite guidate, può attrarre scuole e gruppi interessati all’educazione ambientale.
L’integrazione di alberi, animali e colture nello stesso sistema agricolo presenta diverse sfide tecniche. Una delle principali difficoltà è la competizione tra le radici degli alberi, gli allevamenti e le colture per l’acqua e i nutrienti. Nonostante un’attenta selezione delle specie arboree da consociare con le colture – come noce, castagno, pioppo, e alberi da frutto come meli e peri – la presenza di radici superficiali degli alberi inevitabilmente sottrae risorse preziose alle colture, riducendone crescita e produttività .
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Minimizzare questa competizione è possibile attraverso scelte mirate sia in fase di progettazione dell’impianto, sia con specifiche lavorazioni durante la gestione. Una selezione accurata delle specie arboree da impiantare, preferendo varietà con radici profonde che non competano direttamente con le colture per l’acqua e i nutrienti superficiali, insieme a un corretto distanziamento delle colture nella fase di realizzazione, sono strategie valide da adottare inizialmente. Tuttavia, queste operazioni possono aumentare i costi di gestione. Ad esempio, eseguire lavorazioni profonde nei primi metri vicino ai filari alberati, rompendo le radici superficiali degli alberi, può ridurre la competizione con le colture, facilitandone la convivenza senza compromettere le produzioni. Questa pratica, però, richiede attrezzature specifiche, incrementando i costi operativi.
L’implementazione di sistemi agroforestali richiede investimenti iniziali significativi e i benefici economici, ambientali e sociali possono manifestarsi solo nel medio-lungo termine. L’acquisto di alberi, la preparazione del terreno, l’installazione di sistemi di irrigazione adeguati e la formazione del personale rappresentano spese rilevanti e i tempi di ritorno dell’investimento possono variare notevolmente in base alla scelta delle specie arboree. Alberi a crescita rapida, come i pioppi o i salici, possono iniziare a fornire benefici economici entro 5-10 anni. Al contrario, specie arboree a crescita più lenta, come le querce o i castagni, potrebbero richiedere fino a 20-30 anni per offrire un ritorno significativo. Questo lungo periodo di maturazione può rappresentare un ostacolo per gli agricoltori con risorse finanziarie limitate e una necessità di ritorni più immediati, rendendo necessario un piano finanziario robusto che preveda il sostegno durante i primi anni di implementazione e, ove possibile, l’accesso a finanziamenti, sussidi governativi e programmi di supporto tecnico.
Le barriere normative e di mercato possono rappresentare ulteriori ostacoli significativi per l’adozione e la diffusione dei sistemi agroforestali. Le politiche agricole attuali, infatti, non sempre supportano adeguatamente queste pratiche, rendendo difficile per gli agricoltori ottenere incentivi per l’adozione di metodi sostenibili o vedere valorizzati adeguatamente i prodotti coltivati o allevati in tali sistemi. La mancanza di infrastrutture di mercato adeguate e la scarsa conoscenza dei consumatori sui benefici dei prodotti agroforestali possono limitare le opportunità di vendita e di valorizzazione economica di questi prodotti.
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Nonostante l’ultima Politica Agricola Comune sembri promuovere un cambiamento di tendenza, permangono significativi gap da colmare per ridurre la penalizzazione delle colture agroforestali. Le politiche di sussidio, spesso, continuano a favorire le colture tradizionali, rendendo più arduo per gli agricoltori ottenere finanziamenti per progetti di agroforestazione. Questa disparità di trattamento rappresenta un notevole ostacolo per coloro che intendono intraprendere percorsi più sostenibili e integrati.
Diversificazione e Resilienza:
•   World Agroforestry Centre. Agroforestry Systems and Carbon Sequestration. 2021.
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Storia dell’Agroforestazione:
•   Rackham, Oliver. The History of the Countryside. 1986.
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Miglioramento della BiodiversitĂ :
•   Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). Pollinators Vital to Our Food Supply Under Threat. FAO, 2016.
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Benefici Economici:
•   Coldiretti/Terranostra. Rapporto ISTAT sulle Aziende Agrituristiche in Italia. 2022.
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DifficoltĂ Tecniche:
•   Nair, P.K. Ramachandran. Agroforestry Systems and Practices. Springer, 1993.
•   Jose, Shibu. Agroforestry for Ecosystem Services and Environmental Benefits: An Overview. Agroforestry Systems, 2009.
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ComplessitĂ delle Lavorazioni e Incremento dei Costi di Gestione:
•   The World Agroforestry Centre (ICRAF). The Science of Agroforestry. 2020.
•   Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). Agroforestry Guidelines. FAO, 2019.
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Investimenti Iniziali e Tempi di Maturazione dei Benefici:
•   The World Agroforestry Centre (ICRAF). The Science of Agroforestry. 2020.
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Barriere Normative e di Mercato:
•   European Commission. Future of the Common Agricultural Policy (CAP). 2021.
Giovanni Boschieri - 15 luglio 2024
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